Senza entrare nelle precise definizioni di appalto a corpo, la base di questi tipi di appalti è il prezzo chiuso e non modificabile. Contrattualmente, viene stabilito il corrispettivo da pagare per la realizzazione di tutti i lavori previsti in progetto a base gara. L'impresa, in questo tipo di appalti, contabilizza le opere per partite chiuse, a prescindere dalle effettive quantità realizzate, accollandosi l'alea (positiva o negativa) di quantità minori o maggiori rispetto a quelle che hanno determinato il prezzo. Ma che accade se le quantità realizzate sono notevolmente diverse da quelle computate e che hanno determinato il prezzo? L'impresa ha diritto al riconoscimento di un maggior corrispettivo?
La maggior parte delle volte la stazione appaltante si trincera dietro l'appalto a corpo, negando richieste di maggior compenso, motivando appunto la decisione sulla base che il contratto non prevede la misurazione delle quantità realizzate, ma un corrispettivo a corpo.
Tra gli elaborati contrattuali infatti, non vi è il computo metrico e/o estimativo che dovrebbe essere il documento che appunto attesta come si è giunti all'importo base gara. La conclusione di tutto ciò è che se l'impresa si ritrova a realizzare quantitativamente molto di più di quanto indicato nel computo metrico non ha diritto a nulla in più. L'essenza dell'appalto a corpo è questa, cioè l'impresa si accolla il rischio delle quantità, che possono variare dallo stimato al reale in più o in meno senza che questo possa dar luogo a richieste di maggiori compensi. Ma la domanda che viene spontanea è: esiste un limite alle variazioni di quantità tra il preventivato ed il reale? Questa alea, che l'impresa accetta come rischio al momento della offerta, non ha limiti? L'appalto a corpo è un azzardo per l'impresa?
Non va dimenticato che la Stazione appaltante e l'impresa, sono sullo stesso piano, non esiste una posizione di supremazia della stazione appaltante. Esiste il corrispettivo che l'impresa riceve a fronte di lavorazioni effettuate per cui, semplificando e generalizzando, quando le quantità realizzate sono notevolmente difformi da quelle computate, va riconosciuto all'impresa un maggior corrispettivo, anche se l'appalto è a corpo.
Ovviamente non tutti i casi sono uguali, e andrebbero valutati singolarmente, ma di certo è un aspetto che non va sottovalutato.